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Radio Corfù

• SANTA CESAREA TERME

La strada costiera corre nervosa fino a Santa Cesarea Terme che Carmelo Bene amò tanto da scegliere come palcoscenico naturale per “Nostra Signora dei Turchi”, forse la sua opera più celebre.

Ancora oggi, nonostante il progressivo scolorirsi del fenomeno termale, questa cittadina mantiene un’atmosfera moresca, ottomana, sospesa tra un eclettismo di dubbio gusto e il sogno.

Colpa dell'architettura, si dirà, e di un certo riflesso della luce che rimbalza tra mare e scoglio. 
Santa Cesarea Terme appare in un mattino di primavera come una città del Mediterraneo profondo, delle isole sospese, dei minareti, dei climi levantini. 

Oltre il paesaggio, nasconde luoghi vertiginosi come gli Archi, piscine all’aperto a pelo d’acqua, gli scogli di dolomia, le torri aragonesi e il fiordo dalla pietra calda di Porto Miggiano.

Le incursioni di Radio Corfù macchiano le sonorità del viaggio in auto, attraverso una campagna fatta di ulivi, araucarie, carrubi e querce che trattengono la friabile dolomia che si sgretola nel mare.

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Redazione PiccolaGrandeItalia.TV
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