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Alla scoperta del Sentiero Arcaico

• PRATO ALLO STELVIO

Si narra di un percorso noto come Sentiero Arcaico o di Wormision, così denominato in base al nome germanico dell’antica Bormio. Questo sentiero collegava la Valtellina alla Val Venosta attraverso il Passo dello Stelvio e si snodava attraverso le montagne con un tracciato storicamente incerto, lungo la cesura del confine italo-svizzero.

Ne abbiamo esplorato il tratto inziale, facendo interessanti scoperte lungo il cammino. Va sottolineato che questa via è affascinante e ancora poco frequentata.

Parliamo di una strada dall’antichità imperscrutabile, priva di una datazione certa.

Da Prato allo Stelvio – la nostra base – arriviamo agevolmente al luogo noto come Weiberbödele, un sito risalente all’Età del Bronzo (circa 2000-1800 a.C.), dove venivano celebrati roghi votivi. Nelle vicinanze sono state ritrovate numerose scorie metalliche, suggerendo la presenza di una fucina.

Non sorprende che il villaggio di Stelvio, raggiungibile seguendo il Segnavia 9, fosse originariamente abitato dai minatori impiegati nelle vicine miniere. Oggi, il paese ospita circa 600 abitanti e si estende su pascoli e boschi per 14.000 ettari.

Attraverso i prati si raggiunge un’altura tondeggiante: è il colle di Kaschlin, antico insediamento di cacciatori e raccoglitori dell’Età del Rame. Gli scavi hanno rivelato resti di ossa animali, pietre focaie, scorie di rame e pietre lavorate. Si ritiene che sia stato frequentato fino all’epoca romana.

Dopo circa un’ora di cammino da Stelvio, si raggiunge una biforcazione: il Segnavia 11 prosegue direttamente per Prato, mentre il Sentiero Arcaico piega bruscamente verso valle, attraversando alcuni tornanti per raggiungere uno scenario archeologico straordinario. Siamo di fronte a tratto di strada scavato nella roccia a 1250 metri di quota.

Questa via fu sicuramente utilizzata dall’epoca preistorica fino al periodo romano, rappresentando un’alternativa valida a un’altra strada che scendeva dalla Passo di Umbrail, anticamente noto come Passo di Worm, attraverso la Val Monastero per raggiungere l’alta Val Venosta transitando per Tubre.

Le frane e la natura selvaggia, nel corso dei secoli, hanno inevitabilmente interrotto la continuità e la chiarezza del percorso, rendendone possibile l’identificazione solo per brevi tratti.

 

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