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Il fascino dell’Incompiuta di Venosa

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Lo spettacolo che regala la bellissima e storica città natale del poeta romano Quinto Orazio Flacco, è uno tra i più belli della Basilicata e del Mezzogiorno d’Italia.

Terra florida e con radici che affondano nella sua arcaica cultura, Venosa ospita nel suo bellissimo centro storico il castello ed i ruderi di una costruzione di grande fascino: l’Incompiuta.

Nel XII sec. ebbe inizio la realizzazione del progetto della chiesa nuova voluta dalla comunità benedettina allora residente nella cittadina oraziana. I lavori furono però interrotti dopo qualche decennio quando i monaci abbandonarono il convento.

Nonostante l’opera sia rimasta incompleta testimonia in maniera esemplare, grazie al ricco apparato decorativo ancora visibile, la ricchezza dei suoi committenti. Elemento caratteristico della chiesa venosina è l’utilizzo su gran parte della struttura di materiali di reimpiego tratti dalle rovine della colonia romana di Venusia, fondata nel 291 a.C. dal console L. Postumio Megello, e destinati al rivestimento (interno ed esterno) delle pareti.

Dell’opera rimangono oggi solo le mura esterne e all’interno, sul lato destro, cinque colonne di cui quattro complete di capitello corinzio. Si può tuttavia intuire in maniera chiara l’assetto della chiesa: pianta a croce latina, tre navate, transetto, abside, coro con deambulatorio e cappelle radiali. La continuità tra la chiesa vecchia perfettamente finita e l’Incompiuta crea un suggestivo passaggio dal piano fisico al metafisico. L’Incompiuta, con la sua struttura appena accennata e mai terminata, suggerisce un’iconografia non ben definita, qualcosa che è presente qui tra noi, ma che tuttavia è intangibile.

Non ci resta che fare un salto a Venosa e nelle ricche terre del Vulture.

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Redazione PiccolaGrandeItalia.TV
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