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Piccoli Comuni d’Italia, inno alla bellezza e al gusto. Il quadro di Coldiretti e Symbola

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Che l’Italia fosse il paese delle grandi bellezze paesaggistiche ed artistiche, è un fatto ormai conclamato. Sono i piccoli comuni, quelli meno conosciuti al grande turismo di massa, a celare tesori straordinari, ed è questo ciò che rende il nostro Paese unico.
Quando poi ci si siede a tavola, il tutto si amplifica. La tradizione si unisce al gusto, regalando un viaggio unico nel Bel Paese, una terra dalle molteplici eccellenze gastronomiche, fregiate dei marchi Dop ed Igp, che sapientemente miscelate trovano spazio nelle tantissime preparazioni locali.
A sostegno di questo importante patrimonio, arriva il rapporto “Piccoli comuni e tipicità”, realizzato da Fondazione Symbola e Coldiretti presentato a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo.
Un’istantanea che individua negli oltre 5.500 comuni con meno di 5.000 abitanti, i luoghi in cui nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali.
Una straordinaria risorsa per il Paese dunque,  che grazie alla Legge Realacci  sui piccoli comuni, approvata a settembre dopo un iter durato quasi dieci anni,  potrà ora essere finalmente tutelata e promossa. Si tratta di una normativa importante, che promuovendo misure per il sostegno della filiera corta e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico dei borghi, tende la mano alle piccole ma importanti realtà economiche locali, che da decenni puntano sulla genuinità e sull’assoluta bontà dei loro prodotti.
“I Piccoli comuni – ha affermato il presidente di Symbola Ermete Realacci – non sono un peso ma una straordinaria opportunità per l’Italia: un’economia più a misura d’uomo che punta su comunità e territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi.  Qui si producono la maggior parte delle nostre Dop e Igp e dei nostri vini più pregiati, insieme a tanta parte di quel made in Italy apprezzato a livello internazionale. Possiamo competere in un mondo globalizzato se innoviamo senza cancellare la nostra identità, se l’Italia fa l’Italia.”
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Redazione PiccolaGrandeItalia.TV
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