Nel cuore quieto di Bassiano si cela l’origine di una delle menti più brillanti della cultura occidentale: Aldo Manuzio. La sua eredità attraversa il tempo e i luoghi, trovando un riflesso nel Museo della Scrittura che porta il suo nome. Qui, tra pergamene, inchiostri e segreti del tipografo crebbe uno dei padri più nobili all’umanesimo moderno. Qui si respira la magia di un’epoca che trasformò il sapere in viaggio.
Manuzio, uomo di confine tra il Medioevo e il Rinascimento, sognava un mondo dove i libri fossero compagni quotidiani, accessibili a molti, liberi di circolare. Fu lui a concepire per primo il formato tascabile, rendendo il libro stampato non solo un oggetto, ma una finestra portatile sul mondo. Questo spirito di innovazione, questa fame di bellezza e conoscenza, trova nel Museo della Scrittura Aldo Manuzio una testimonianza viva e palpabile.
Il museo non è un luogo che si visita distrattamente: è un invito a riflettere. Le sale, immerse in una luce soffusa, espongono strumenti di scrittura che sembrano appartenere a un’epoca remota e, insieme, così vicini.
Si incontrano torchi antichi, alfabeti incisi su lastre, manoscritti che raccontano il lavoro lento e meticoloso di chi dava corpo alle idee. Ogni oggetto è un frammento di storia, un tassello di quel grande mosaico che è la nostra cultura scritta.
Bassiano, il borgo natale di Manuzio, appare in controluce come un’eco lontana, una piccola comunità nascosta tra i monti Lepini dove nacque l’uomo che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire il sapere.
Un dialogo che si rinnova ogni volta che un visitatore sfiora con lo sguardo le pagine antiche o ascolta il suono di una penna che graffia la carta.
Visitare il Museo della Scrittura Aldo Manuzio è come entrare in un tempo sospeso, dove passato e presente si intrecciano. Non è solo la storia di un tipografo, ma quella di un’idea: che la conoscenza appartenga a tutti, e che le parole possano navigare per raggiungere ogni angolo del mondo.